Non era il mio libro di testo a scuola, ma mia madre, che all’epoca non era ancora una ‘dirigente scolastica’ ma un’insegnate, lo utilizzava nelle sue classi, quindi in casa c’erano tutti e 10 i volumi dell’edizione grigia: Il materiale e l’immaginario, di Cesarani-De Federicis, Torino 1985, Loescher.
Curiosa com’ero di libri, ho cominciato a sfogliarlo già alle scuole medie, fino a farlo diventare il testo su cui ho preparato gli esami di maturità, in aggiunta a quello ‘adottato’ ufficialmente dalla mia prof. Ho sempre amato quel libro, che, a partire dai testi, metteva insieme la letteratura con l’economia, con la storia, con l’arte, con la filosofia e con tutte le scienze, dando un senso, per me a quei tempi nuovo e assai ricco, all’ossimoro del suo titolo.
Ora queste due parole, materiale e immaginario, troneggiano significativamente in un altro insieme di testi: Buràn, piccola rivista letteraria digitale, che, con grande opera di ricerca e traduzione, regala meraviglie da mondi lontani e spesso non visibili.
Per ascoltare voci che mordono la realtà e disegnano atmosfere.
Settembre 2007 racconta Il Conflitto, ma per chi non la conosceva, vale la pena ascoltare anche le altri voci, Il Lavoro e La Città.
grazie per la segnalazione
Ribadisco quel grazie
avevo un padre insegnante
poi dirigente scolastico
il materiale e l’immaginario
era talmente ben fatto
che m’è tornato buono addirittura
per i ripassi all’università
buràn
la sto salvando tutta
con teleport pro
merita