Talvolta capita di ricevere un regalo inatteso. Ma inatteso nel senso che proprio non lo si aspettava. Cosa che rende quel regalo ancora più prezioso.
E poi si pensa che la persona che ce lo ha fatto, questo regalo, ce ne ha fatti tanti altri, in forme diverse, in modi diversi. Cosa che rende quella persona ancora più preziosa [anzi, visto che ci sto: grazie Ale!].
Comunque, grazie a questa persona sono rientrata in possesso dopo anni del già citato La mano schiaffona.
La mano schiaffona, di Giancarlo Buonfino, edito da Angelo Ghiron, è un libro con poco testo e tante foto a fumetti. E inizia così:
Mano aperta su sfondo nero
“Questa mano era una lazzarona perché non faceva mai niente. Le sue dita si annoiavano e passavano il tempo dormendo e sognando. Si chiamava la mano-schiaffona.”
I personaggi della storia sono:
– la mano schiaffona con le sue 5 dita, tra cui spiccano il pollice baffi pancetta e veilletà da conquistatore, e il mignolo, barba, menefreghismo e sogni fricchettoni.
– le mani operaie, povere, malandate, sfruttate.
– le mani contadine, povere, malandate, sfruttate.
Il resto è semplice e quasi scontato: le mani operaie e contadine si ribellano, e questa ribellione ovviamente avviene in tre fasi, prima le mani diventano rosse per la rabbia, poi si stringono a pugno chiuso, e infine scoprono la forza dell’essere uniti. A questo punto tutte insieme disarmano la mano schiaffona e vivono felici e contente in un mondo migliore. Eh, be’. E’ una favola.
E infatti finisce così:
Mano a pugno chiuso su sfondo rosso
“Chi sogna il comando va tenuto d’occhio più degli altri! Per questo il pollice deve stare fuori e bene in vista.
Questa è una favola. Nel mondo reale gli sfruttatori sono ancora i padroni.
Per vincerli occorrono anche la tua lotta e il tuo pugno.”
Ora. Risfogliare questo libro mi ha fatto uscire uno di quei sorrisi che sembrano solo sorrisi ma sanno anche un po’ di malinconia. Ma tant’è.
Ieri era il 25 aprile, e diceva il partigiano: scarpe rotte e pur bisogna andar. Ok, ahorita llego.
Mi ha fatto piacere che qualcuno si ricordi del libro che a suo tempo o aiutato a realizzare , all’ora diciasettenne ero divertito dalle simpatiche idee di mio fratello Giancarlo, sempre vulcanico e propositivo.se vuoi vedere altri lavori prodotti da Giancarlo in quegli anni ho creato un sito http://www.buonfino.net . Grazie Walter Buonfino
ciao Walter! avevo già visto il sito, ricco di cose interessanti che conoscevo solo in parte.
E ci credo che ti divertivi, a diciassette anni, a fare quelle cose. Sai che ho giocato alla mano schiaffona per anni? Facevo delle vere e proprio rivoluzioni tra una mano e l’altra 😀
Sono contenta di aver trovato un tuo commento. E’ stata una bella sorpresa!
Buon lavoro e a presto!
ciao. Sono molto felice di avervi scovato. La Mano Schiaffona è uno dei mattoni della mia vita: ho trentaquattro anni e devo averlo avuto attorno agli otto. Tanto che un paio di anni fa avevo pensato di pubblicarlo su internet, per farlo vedere a più persone possibile. Così ho fatto le scansioni, l’ho digitalizzato (testi copiabili) ed ero pronto a pubblicarlo. Ma non l’ho fatto perchè allora non trovai nulla in rete per contattare Buonfino o i suoi parenti. Ora, a distanza di anni, riprovo con google e vi trovo. Non sapevo nulla di Giancarlo, per me era solo un nome sulla copertina del libro. Ho infranto l’immaginario di me bambino, scoprendo cose amare della sua vita. Eppure voglio continuare a custodire gelosamente quello che lui ha contribuito a costruire in me, per la mia crescita (certo, ringrazio anche mia madre di avere comprato e letto con me allora quel libro!). Bene, secondo me il libro va reso consultabile da più persone possibili, in un modo o nell’altro. Walter, hai intenzione di ri-editarlo? oppure vuoi usare internet? o ambedue le cose? Se hai bisogno di una mano fammi sapere, io sono pronto. Se hai intenzione di ri-pubblicarlo qui a Catania non mancano editori con cui farsi una chiaccherata. Grazie comunque per esservi fatti trovare…
Con affetto
Ciccio – Catania