Zucchine julienne a ritmo di hip hop

Quattro giorni di Live Performers Meeting, un bel palco posizionato proprio a ridosso del muro dove si apre la mia finestra dello studio, amplificatori in pompa magna ben posizionati verso l’alto, spettatori che ascoltano e commentano e ridono e cicaleggiano. Come dire: se non vuoi scendere sotto casa, puoi tranquillamente goderti lo spettacolo nella comodità della tua abitazione, volendo anche dal cesso, tanto si sente benissimo, tutto.

Ora. Che tutto ciò potrebbe anche rendere felice qualcuno, ne sono sicura, però vorrei che chiunque sia questo qualcuno, provasse tutto l’anno a vivere in un palazzo circondato dal 25% dei locali di Roma, a ricevere alle tre di notte le visite dei vicini di casa che, con la pressione a duemila, gli occhi rossi di sonno [o rabbia?], vengono da te a cercare conforto e tisane rilassanti e a comunicarti le ultime acrobazie tentate per ottenere un po’ di silenzio tanto da far dormire almeno i bimbi.
Ma lasciamo perdere, che qualcuno si provi, se desidera, gli presto la stanza, ho un fantastico divano letto, nello studio.

Dicevo, invece, sono quattro giorni che volente o nolente mi sorbetto queste perfomances sperimentali di dj-set, vj-set, food-set, turntable musician, scratchmusic, acting audio video performance ecc. ecc.
Venerdì erano varietà di grida e urla mixate con sottofondo di immagini di chi grida e urla; ieri scratchate molteplici e brusii vari, oggi verdure alla julienne disposte su lastre di plastica trasparente a tempo di musica hip hop contornate da immagini non ben definite.

Arrivati alla fine della manifestazione, io e Gio, che nonostante il lavoro da fare abbiamo optato per il motto “conosci il tuo nemico” e siamo stati ogni sera un po’ in finestra a guardare lo spettacolo, ci stiamo domandando: siamo forse diventati vecchi? Non è che noi non si ami la musica, o il vj-set, o il dj-set, o la Visual Art sperimentale, è che proprio non riusciamo a capire cosa ci sia di così interessante, nuovo, emozionante nel sentire delle urla, comprensive dell’eco dei parcheggiatori vicini, e nel vedere affettare zucchine a tempo di hip hop… che emozione dovrebbe regalare? quale senso dovrebbe far vibrare? quale acuto pensiero suscitare?
Insomma, cosa significa? Se qualcuno ce lo sa spiegare, ben venga.

2 pensieri riguardo “Zucchine julienne a ritmo di hip hop”

  1. Ciao, sono Francesca Barreca. Insieme ad un altro ragazzo (Marco) affetto zucchine a tempo di hip hop.
    Ti scrivo perchè come te ho avuto spesso, durante quelle serate, la sensazione di essere catapultata in una realtà indefinità, a tratti folle.
    la tua impressione sulla nostra performance, avvalora ancora di più la mia tesi, e al tempo stesso la tua. La tesi è questa: quando si ammassano tutti quegli artisti in una sola manifestazione senza saperlo gestire.. il risultato è confusionale e abbastanza spiacevole.
    Mi fa così tanto arrabbiare sentire parlare così delle nostre cose, perchè l’avevamo detto tutti.. che così non avrebbe avuto senso. Sentir dire ch eaffettiamo zucchine su una lastra di plastica è la prova che avevamo tutti ragione.

    Di solito noi cuciniamo sul palco, e la gente non ha l’impressione che noi affettiamo compulsivamente una massa verde alla julienne.. Ma lo facciamo con molta dignità, che purtroppo all’LPM ci è stata tolta.. facendoci cucinare letteralmente in mezzo alla terra, con un tavolino di un metro, mentre di solito allestiamo una bellissima tavolata di tre metri almeno, coperta di verdure e altre cose buone e sicure da mangiare… e anche belle da vedere.

    Ora non è il momento di specificare il perchè ci sia un gusto particolare nel vedere due persone che cucinano con ingredienti di provenienza certa, mettendoci la loro esperienza professionale e il loro amore per la cucina, mentre il dj manda una selezione di musica hip hop che spesso non viene nemmeno ascoltata in Italia e il vj manda video dai contenuti di protesta sul tema degli alimenti ogm/ delle intolleranze alimentari etc etc..

    Non parliamo neppure del perchè in Francia il pubblico ha gradito tantissimo e nemmeno del perchè fra un mese andiamo a tagliare zucchine al Tacheles di berlino…

    Non parliamo del perchè qualcuno scrive articoli su di noi e Left pubblica nostre ricette..

    In poche parole quella sera ci hanno smerdato alla grande…
    ci hanno dato in pasto ad un pubblico che avrà creduto che la nostra performance si svolga sempre in quel modo.. direi squallido..

    Spero che, dato che abitiamo nella stessa città, una sera magari ci incontreremo per parlare di vera cucina.. e non di cibo violentato..

    Se vuoi scriverci, hai l’indirizzo. Ti do anche il blog:
    http://www.gastronauts.it

    Spero davvero di sentirti presto, mi dispiace molto dell’impressione che vi siete fatti.

    Un saluto sincero,

    Francesca

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